Congratulazioni Evandro Inetti!

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Congratulazioni Evandro!

Questa favolosa immagine del nostro associato Evandro Inetti è stata scelta come copertina del Time. Un meritato encomio a sancire il lavoro di un bravo professionista che ha dedicato al Vaticano e a Papa Benedetto XVI molte ore del suo lavoro di fotoreporter.

Ph. Francesco Sforza/Osservatore romano
Ph. Francesco Sforza/Osservatore romano


L’Intervista

Abbiamo chiesto ad Evandro Inetti come nasce una fotografia così. Di seguito le sue risposte.

Come nasce l’immagine, l’occasione
Era l’ultima udienza di gennaio. Le udienze hanno uno svolgimento standard, cosa che non permette di avere una grande creatività. Quella è una foto nata con un gioco di luce e buio, con ombre abbastanza fitte. Il Papa usciva dalla penombra. E’ un tipo di foto che io ho fatto molte volte, non è stata casuale. E’ una foto cercata, forse un po’ drammatica. Il problema di certi scatti è che potrebbero sembrare irrispettosi, e non vengono nemmeno mandati all’agenzia: è il Papa, non un personaggio qualunque, ci sono rispetto, professionalità ed etica che vanno sempre tenute alte quando si lavora con una figura così importante.

Quest’etica è più forte rispetto ad un servizio politico
A volte ci sono immagini che non si scattano, o se si scattano non si danno: possono essere offensive, ironiche, buffe. Ma non è censura, è attenzione.

Questa foto è allusiva
Potrebbe. Potrebbe essere anche letta solo come una bella foto.

L’emozione di vedere una tua foto sulla copertina del TIME?
Bella grande! E’ orgoglio professionale, è il motivo per cui uno fa questo lavoro, avere la massima visibilità possibile. Il Time non è un giornaletto!

La tua esperienza con Papa Benedetto XVI?
Lo seguo da quando è stato eletto. E’ un’esperienza di anni, era un papa poco mediatico, i suoi gesti sono molto controllati, e quindi difficile. Con Wojtyla si avevano atteggiamenti più teatrali, con Benedetto bisogna cercare il gesto.

La tua professione: come hai iniziato?
Io ho studiato cinema. Non ho fatto scuole di fotografia, ma il centro sperimentale, sceneggiatura! Dal punto di vista tecnico sono un autodidatta.

Come si sta evolvendo la professione? 
La professione la vedo “complicata”. La tecnologia sta aiutando tanto, ma allo stesso tempo sta facendo pensare a chi non è fotografo e non lo sarà mai, di essere fotografo. Essere fotografo non vuol dire alzare un telefonino e scattare. Ci vuole una consapevolezza del proprio lavoro: non è solo tecnica o attrezzatura.

Cosa diresti a chi vuole iniziare la professione?
Di studiare molto! Di studiare la storia dell’arte, il cinema, il lavoro degli altri: io continuo ad imparare ogni giorno. La nostra professione ha molto a che vedere con la bellezza e con l’arte, non è solo tecnica, vale anche per le foto giornalistiche. L’immagine giornalistica non è solo informazione, è un’informazione ma sopra e sotto ha altri livelli, sempre.

(Valeria Jannetti)